mercoledì 21 luglio 2010

Ma io che ci faccio qui?

Per tutti quelli che non sapevano sarei venuta in Libia o che non hanno capito che ci faccio...
La cosa in realta' e' molto semplice.

Mi e' piovuto addosso un lavoro e io l'ho preso.

L'ho preso perche' per campare c'e' bisogno di soldi e sul mio conto, quando mi hanno offerto il lavoro, c'erano all'incirca 14 euro.

L'ho preso perche' ultimamente in Italia i lavori te li offrono se sei una figa che va in giro in tanga in una villa in Sardegna...e io non corrispondo alla categoria.

L'ho preso perche' ultimamente in Italia la gente pensa che uno stipendio da 900 euro sia un bel prendere... e io ne prendo il doppio.

L'ho preso perche' voglio andare a farmi un viaggio in sta benedetta Jamaica, ma non essendo una figa con la passione per le foto sexy a me i biglietti non me li regala nessuno.

Si ma...che lavoro fai?
Lavoro per una ditta italiana che ha un grosso lavoro qui. Nell'ufficio amministrativo. In sostanza ci passa per le mani tutto quello che riguarda le spese e il personale.
Avevo gia' fatto un lavoro simile qualche anno fa in un cantiere in Svezia, per un'altra azienda italiana. Ma la cosa e' molto diversa, il progetto era molto piu' piccolo, il personale molto inferiore e, di conseguenza, inferiori erano i casini e le cose a cui star dietro.

L'esperienza svedese non era stata felicissima... principalmente perche' il rapporto con gli operai era difficile. Ma raffrontandola con quello che sto vivendo qui penso che il problema fosse un altro. Semplicemente ero troppo giovane. Avevo 20 anni, avevo appena finito la maturita', era la prima volta che vivevo fuori casa, era il primo lavoro vero, non sapevo che dovevo aspettarmi, ero una super ingenua ed ero troppo sensibile.
Adesso ho 27 anni, sono piu' corazzata, ho una diversa fiducia in me stessa.

Ero comunque un po' spaventata nel venire qui.
Della Libia non sapevo niente a parte che e' un paese musulmano, ma tanto bastava.
E che e' un paese musulmano lo senti.
Lo senti soprattutto da donna.
In questi giorni in cui il mio collega non c'e' vengo in cantiere da sola, in macchina. E dalle altre macchine (guidate tutte rigorosamente da uomini) si voltano a fissarmi. Ieri una macchina che mi stava superando mi e' rimasta in parte per una decina di secondi e i tre uomini a bordo mi hanno squadrato come fossi un alieno. Quando poi mi hanno superato il tipo seduto dietro ha continuato a fissarmi finche', probabilmente, non gli e' venuto il torcicollo.

In realta' problemi non ce ne sono.

In ufficio sto bene, il mio collega, Alessio, e' una persona fantastica, e in generale sono tutti molto gentili e disponibili con me.

E' difficile il fatto che non c'e' niente da fare finito il lavoro, che sei lontana da casa, dagli amici, dalla famiglia, dall'uomo della tua vita...dalle cose che conosci, dalle cose che ami fare, dai posti dove ami andare.

Va cosi'...ma mi sta bene. Per ora. =)

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